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The Answer
Iverson non è assolutamente
un cattivo ragazzo. Diciamo che è solamente un po' immaturo.
Le pessime amicizie di cui si circonda e che lui continua fermamente
a considerare come oneste e sincere, i guai in cui si trova spesso
invischiato, i suoi cambiamenti di mode per quello che riguarda
il modo di vestire e l'acconciatura dei capelli ne sono una dimostrazione.
Per cercare di stare lontano dai guai ha ingaggiato recentemente
due guardie del corpo. Una misura che non si
vede a cosa possa servire visto che deve essere lui a cambiare dentro
la sua testa e non possono certe essere due guardie del corpo a
firgli cosa può e non può fare, La sua grande forza,
ma anche il suo grande limite, è la famiglia.
Non per niente Allen vive in una bella villa appena fuori Phila
con la fidanzata ed i loro due figli, Tiaura ed Allen Junior, mentre
accanto ha acquistato un'altra abitazione per tutta la sua famiglia,
vale a dire la madre, il patrigno, il fratello Brandy e la sorella
che è nata con malformazioni cardiache e per diversi anni
è soggetta ad improvvisi e preoccupanti svenimenti. Per lui
la famiglia è troppo importante e sarà sempre così.
Fu così anche quando, per cercare di risollevare i familiari
dalla loro vita difficile, Allen volle a tutti i costri un giocatore
di basket per regalare a mamma Ann quella fantastica e bellissima
Jaguar rossa che ha sempre sognato id possedere. E qui arriviamo
ad un'altra delle caratteristiche di Iverson: la sua formidabile
e quasi violenta voglia di diventare qualcuno, una stella del basket,
la sua determinazione per riuscirci, e la grinta, forse anche la
strafottenza che gli ha permesso di affrontare tutti gli ostacoli
e le difficoltà senza temerle. Dopo l'High School e una rissa
in una sala da bowling (fu condannato a cinque anni di reclusione
e poi liberato sulla condizionale a patto che non giocasse più
a basket fino alla fino alla fine della scuola), se ne andò
al college a Georgetown e, dopo due anni a 23 punti di media ed
un film di azioni spettacolari degno dei pro, fu naturlmente scelto
col numero 1 del draft del 1996 dai Philadelphia 76ers che puntarono
su di lui er ricostruire una squadra degna della loro storia e tradizione.
Durante la sua prima stagione impressionò e divertì
tutti per il suo gioco spettacolare, la sua velocità, i suoi
numeri, ed anche per il suo individualismo qualtià sempre
bistrattata, ma apprezzata quando si esprire a livelli così
alti. Un individualismo dettato anche dalla pochezza dei compagni
(o almeno questo è quello che diceva lui) a cui non passava
la palla tanto volntieri. In più l'allenatore Johnny Davis,
non è che con lui avesse il polso fermissimo e quindi la
libertà che Allen aveva in campo era pari a quella di cui
godeva fuiriu quando scorazzava per le strade di Philam con frequenti
puntate anche a New York, con il suo solito gruppo di amici poco
raccomandabili. Il suo primo anno nella lega verrà ricordato
sopratutto per le formidabili
prestazioni che gli sono valse il trofeo di "Rookie of the
year", il titolo di Mvp all'All Star Game delle matricole,
per essere stato il secondo rookie più giovane nella storia
a segnare almeno 50 punti e per aver battuto il record che apparteneva
a Chamberlain di gare consecutive nella sua prima stagione oltre
i 40 punti: Iverson ne ha collezionate 5, Wilt quattro. Fu memeorabile
anche la sua partita a Cleveland contro i Cavs, pochi giorni dopo
l'All Star Game. Il pubblico della Gund Arena voleva che a ricevere
il premio di miglio rookie fosse Kobe Bryant e fischiò la
consengna del trofeo ad Allen. Iverson, con le treccine, incassò
in silenzio. Pochi giorni dopo tornò sul luogo del delitto
e ridicolizzo l'idolo di casa Terrel Brendon, segnò 50 punti
ed usci fra gli applausi. Molti lo hanno accusato per via del suo
comportamento, perchè non rispetta i veterani e perchè
rispode a muso duro a quelli che giocano nella NBA da lustri, ma
Allen ricorda sempre gli insegnamenti di coach John Thompson che
gli ha sempre detto di non aver paura di nessuno e di andare avanti
per la sua strada. Danny Ainge, coach dei Suns di lui ha addirittura
detto " Quando guardo giocare Allen devo stare molto attendo
perchè talvolta mi capita di non riuscirea seguirlo con gli
occhi, tanto è veloce e rapido". Il suo arrivo non ha
proiettato Phila verso cime irrangiunginile, tuttaltro. Al suo secondo
anno, con una squadra un pochino più forte e con un coach,
Larry Brown, con cui è andato d'accordo ma che non gli ha
permesso di fare quello che voleva e che l'ha aiutato seriamente
a migliorare lavorndo sui suoi difetti, la gestione del gioco e
delle situazioni tattiche ed il suo tiro da fuori su tutto. Iverson
ha cercato di migliorare il suo gioco e di essere quello che tutti
si aspettano : il leader della squadra e l'uomo più importante,
poi , eventualmente anche il miglior realizzatore e splendido accentratore
del suo primo anno. Alcuni progressi sono state nelle palle recuperate,
mentre sempre orribili le sua statistiche sulle palle perse, 4 a
partita, beh non si può avere tutto dalla vita...
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